Se per mare scoprite Fassino e Bazoli ospiti in uno yacht di lusso, cosa vi viene da pensare?

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Giovanni Bazoli all’interno del pozzetto

Immaginate un luogo lontano, come può essere un’isoletta della Grecia non battuta dal turismo di massa. Un’isola dove ci sono solamente un piccolo porticciolo, qualche casetta aggrappata al pendio di una collina brulla, due taverne dove mangiare e Maria, la capretta mascotte. Numero di abitanti, trentacinque.

Pochi giorni fa ero lì, ad Arki, il paradiso del velista solitario, il regno degli amanti del silenzio e della semplicità. Una delle isole più piccole e meno popolate dell’intera Grecia, completamente pedonale, che si esplora solo percorrendo piccole stradine di terra. Il porticciolo è l’unico vero centro dell’isola. Avevamo attraccato in rada perché il piccolo porto era già pieno e l’unico posto libero non poteva accogliere il nostro caicco. Tanto meglio.

Seduta ad un tavolo della taverna, mentre sorseggiavamo un ouzo e l’oste puliva i pesci appena pescati, ecco arrivare Electa, un gioiello del mare di circa 40 metri, che ha cercato per mezz’ora di farsi largo tra le piccole barche a vela, per occupare quell’unico posticino ancora libero. Una manovra che mi ha ricordato un po’ quelle delle signore Suv-dotate che, dopo aver accompagnato i figli a scuola, cercano il parcheggio perfetto di fronte al parrucchiere. E inevitabilmente usano la strategia “una botta davanti e una dietro” per infilarsi nei posti più stretti.

Electa ha ormeggiato così, una botta a destra, un’altra a sinistra. A quel punto è partito il commento del velista (italiano) solitario seduto vicino a noi: “eccolo là, il cafone del mare. Ma chi si crede quello lì, solo perchè c’ha il Perini?” Già, ho pensato, esattamente quello che dico io delle Suv-dotate. Capirete bene che a quel punto era salita la curiosità. Chi sarebbe sceso dallo yacht? I primi sono stati gli uomini dell’equipaggio, in livrea, efficientissimi. E come i re magi hanno portato olio, vino e una torta. Hanno richiesto un tavolo da sei (vicino al nostro, peraltro) che hanno velocemente addobbato con candele e quant’altro dovesse servire all’importante ospite. Si davano un gran daffare, sembravano formichine operose, parlottavano con l’oste greco, si raccomandavano con la cameriera, raddrizzavano le posate e, dulcis in fundo, hanno fatto spostare il tavolo più lontano, in modo da posizionarlo nel centro della piccola piazzetta. Forse nel timore che i bimbi del nostro tavolo potessero disturbare.

Piero Fassino e l'oste greco
Piero Fassino e l’oste greco

Finchè, dall’oscurità, sono apparse tre figure che avanzavano piano, un po’ claudicanti. Quando hanno raggiunto il cono di luce della taverna il  mistero è stato svelato. Si trattava di Piero Fassino, Giovanni Bazoli, banchiere che non abbisogna di presentazioni  e di un terzo individuo, presumibilmente l’armatore ospitante l’allegra combriccola. Con tanto di signore al seguito elegantemente vestite.

Il quadretto che mi si è presentato di fronte, così tremendamente fuori luogo, anacronistico e decontestualizzato, mi ha fatto, per un attimo, tremare. Mica perché un orgoglioso erede di Antonio Gramsci come Piero Fassino potesse viaggiare su uno yacht di quel calibro ed in compagnia di un miliardario. No, no. Ma perché mi ha fatto ripiombare tristemente nel piccolo provincialismo ostentato e per giunta arrogante, di casa nostra. Che mi ero illusa di riuscire, almeno in posti così remoti, di lasciarmi alle spalle.

 

 

 

3 Risposte a “Se per mare scoprite Fassino e Bazoli ospiti in uno yacht di lusso, cosa vi viene da pensare?”

  1. la taverna di Tripas non andava bene per lor signori? se vai ad Arki, scendi e mangi quello che ti danno. D’altronde uno è quel che fa, se t’accompagni a chi veleggia per il Dodecaneso con la barca da 40 metri, difficilmente potrai capire con chi le vacanze se le sta passando su un terrazzino a Mirafiori, Torino.

  2. D’altronde non aveva detto al telefono “abbiamo una banca?” (oppure era “una barca”)?

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