In Mondadori le dimensioni contano

“Datemi retta, le dimensioni contano!”

“Ma dai, non contano. Lo sanno tutte!”

“A me comunque sembra piccolo…”

“Ma tu l’hai provato?”

“Ma certo!! E’ più comodo di uno normale, costa meno ed entra pure in borsetta!”

Perchè le dimensioni contano!

Provo un profondo avvilimento a leggere dialoghi così, che giocano sull’equivoco allusivo. Perché in casi come questo mi sembra che la nostra società, nel goffo tentativo di sbandierare in modo fuorviante l’emancipazione femminile, faccia due passi avanti e quattro indietro. Questa volta è toccato a Mondadori inserire la retro e andare molto, troppo indietro. Perché siamo di fronte all’ennesimo stereotipo di genere. Che vede, in questo caso, quattro donne dagli sguardi famelici che si incontrano in un lounge bar e che sono alle prese con le dimensioni di un oggetto misterioso. E il dialogo che apre questo post, breve e molto carico di doppi, scontati e banali sensi, altro non è che la pubblicità di un libro. Già, un libro. Flipback si chiama, ed è un tascabile dal “formato innovativo, che si legge in verticale e si sfoglia con una sola mano, dal basso verso l’alto”. Eh? Quel genio del Copywriter…

Senza entrare nel merito del prodotto (c’è chi lo trova comodo e maneggevole, c’è chi crede che questa sia la strada giusta per far risorgere dalle ceneri un mercato fagocitato dai formati digitali, c’è chi invece lo trova inutile), credo che questo spot sia TERRIFICANTE. Per il tenore delle battute, come detto, ma anche perché “sessificare” un libro appare davvero troppo.

Ora  trasliamo la scena ed immaginiamoci un classico in salsa maschile: quattro operai bellocci, eroticamente strizzati dentro t-shirt logore e macchiate di grasso, testosterone che cola qui e lì, tutti peli e sudore, si siedono sul ciglio della strada durante una pausa nel lavoro. Improvvisamente gli sguardi si alzano e seguono una donna – che non si vede, si vedono solo i tacchi e il polpacci tondetti –  e che passa davanti a loro. Ecco lo scambio perfetto di battute scontate:

“Tu come la preferisci?”

“A me piace bionda, sempre.”

“Lo dici perché non hai mai provato le rosse! Red flavour mio caro”

“No, io invece preferisco quelle scure, hanno un sapore unico. Roba da intenditori”.

“Fidatevi di me, le bionde vanno bene sempre!”

Poi la scena si conclude con la classica zoommata sulle mani sporche dei modelli prestati al cantiere, che aprono lattine di birra ghiacciata. Ahhh, godimento totale.  Certo, se per loro la partita si gioca su una qualità estetica, per noi donne emancipate è tutta una questione di dimensioni. E in tal modo avremmo raggiunto la parità di genere? Ma sì, grazie Mondadori!

Va poi detto che per questo insulso spot ci hanno pure investito più del dovuto. Girato ad Alessandria, è stato diretto da Angelo Licata, prodotto e montato da Fabrizio Rizzolo. Le attrici alle prese con l’oggetto sconosciuto, “duttile e maneggevole”, sono Claudia Zanella, Veronika Logan, Giorgia Cardaci e Giorgia Masseroni. Lo spot ha i formati da 30 e 15 secondi  e, come racconta Rizzolo a Today Pubblicità Italia,  gioca su “le dimensioni che contano e porta a scoprire il nuovo oggetto in modo divertente”.

Mondadori, come si legge nei comunicati stampa, “nella stagione della smaterializzazione del libro riporta la carta al centro dell’esperienza di lettura”. E così, in soli 30 secondi, riesce, nella stagione della smaterializzazione della cultura, ad offendere la dignità dell’intero genere femminile.

Una risposta a “In Mondadori le dimensioni contano”

  1. E’ uno spot a dir poco vergognoso. E tu hai colto perfettamente nel segno

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