Milano, la magnolia salvata in extremis. Ma non grazie a Pisapia.

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La magnolia di largo Cairoli durante la fioritura primaverile 

Nei giorni scorsi il tentativo di salvataggio della magnolia di Largo Cairoli a Milano ha fatto notizia.  La pianta doveva essere sradicata per la realizzazione del progetto che prevede il restringimento del terrapieno e il passaggio di una pista ciclabile.  E per fare tutto ciò doveva essere rimossa la magnolia che in primavera fa fermare turisti e cittadini, rubando la scena al più monumentale Castello Sforzesco.

In difesa dell’albero si sono schierati i comitati Cairoli-Buonaparte e Castello, con i portavoce magnolia 5Cesare Del Moro e Barbara Bianchi Bonomi: in pochi giorni le firme raccolte dai residenti  sono state migliaia. E così, venerdì scorso, sono arrivati sul luogo una serie di esponenti politici locali e Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel, si è così espresso: “non la faremo tagliare”.

Ora che il caso è scoppiato, tutti quanti si danno un gran da fare per  accollarsi i meriti di salvatori delle magnolie. Pierfrancesco Maran, assessore alla mobilità di Milano, al TGR Lombardia ha dichiarato che la magnolia resta. E che “se si collabora con i cittadini le soluzioni migliori si possono sempre trovare”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Pisapia, che sulla sua pagina di Fb così si esprime: “il progetto della pista ciclabile di Largo Cairoli a Milano risale al 2007 e quindi alle scorse amministrazioni. Sto lavorando da tempo con i miei assessori per trovare una soluzione alternativa che possa evitare il taglio della magnolia.
Ne abbiamo parlato anche in questi giorni e sono convinto che troveremo una soluzione positiva.” 

cantiere magnoliaLe cose, in realtà, sono andate diversamente. Le piante, infatti, si sono salvate non tanto grazie al dialogo che Maran sostiene di aver attivato con i cittadini o grazie a un “rinsavimento” progettuale degli assessori preposti. E nemmeno grazie al sindaco di Milano, che “da tempo” cerca una soluzione per la sistemazione della magnolia. Se la magnolia dai fiori rosa è ancora lì, dobbiamo ringraziare chi quella mattina ha fermato le ruspe che scavavano la terra. E i comitati che si sono attivati in tempo reale, organizzando subito un presidio davanti ai due alberi e avviando uno scambio di corrispondenza via mail con i responsabili per capire come modificare il progetto e salvare gli alberi.

Mi chiedo con quale coraggio l’amministrazione ora cerchi di prendersi i meriti di un salvataggio eroico del verde pubblico. Se noi residenti ed i comitati non ci fossimo subito mobilitati in difesa della magnolia ed avessimo prontamente avviato la raccolta di firme sulla strada, a quest’ora gli alberi sarebbero già stati tagliati. Ancora non è certa la soluzione che si adotterà. Deciderà, a quanto ci è stato dato da capire, l’agronomo che nei prossimi giorni farà il sopralluogo. Peccato che a ciò l’Amministrazione comunale non abbia pensato prima, già in fase progettuale. E che quel “dialogo” con i cittadini sia nato solo quando il Sindaco è dovuto correre ai ripari per evitare che scoppiasse  la bomba delle proteste.

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Una risposta a “Milano, la magnolia salvata in extremis. Ma non grazie a Pisapia.”

  1. Grazie a Michele per aver segnalato tempestivamente il fattaccio e grazie a Cesare ed ai comitati Bonaparte Cairoli per essersi attivati con successo per sollevare il caso ed obbligare l’amministrazione comunale (quantomeno approssimativa e superficiale) a modificare il proprio operato in extremis. Ma come si fa a dichiarare che si stava discutendo da tempo sul tema!? Qualcuno può avvertire il Sindaco che mentre lui discute amabilmente nei salotti chic c’è qualcuno (non si sa incaricato da chi) che continua a fare cazzate dopo cazzate devastando la viabilità ed il decoro urbano. Non c’è speranza …

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