Contronotizia: gli articoli più letti nel 2014 (e sul perché li ho scritti).

sme0004 L’avvicinarsi dell’anno nuovo porta con sè la voglia di fare bilanci. Inevitabilmente nella rete è tutto un fermento di top ten, top five, most popular, most shocking; film più visti, libri più letti, donne più cliccate, parole più ricercate. Si stilano così elenchi dei “più” di ogni cosa.

Per non essere da meno anche Contronotizia ha preparato un elenco dei suoi cinque più: i post più letti nel 2014. Che non sono stati necessariamente quelli più condivisi, né tantomeno quelli che secondo un mio personale punto di vista meritavano più successo. Ma si sa, non sempre un articolo che ci sta a a cuore, per come è stato scritto o per i suoi contenuti, viene accolto positivamente dai lettori. Questo è il bello della rete, che ti riserva sempre delle sorprese.

Un bravo blogger, poi, deve sapere coccolare i propri seguaci e perciò non deve lasciarli mai soli. E’ vero. Per questo molti consigliano la pubblicazione giornaliera di contenuti. Ma nel mio caso non è così. Non ne avrei il tempo, anche se sarebbe tanto bello riuscire a regalarvi un post al giorno. Tempo fa, una ragazza che ha lavorato con me in una redazione di un web magazine,  mi ha contattata per proporre alcuni pezzi a Contronotizia. “Ma quanti siete in redazione?” mi chiese. “Veramente ci sarei solo io…”. Pezzi, foto, impaginato, fotonotizie, vignette, idee geniali (e meno geniali). Tutto homemade.

Le notizie poi vanno scovate, lette, digerite per tentare di tirar fuori un punto di vista personale. A volte mi riesce bene, altre meno. Qualche volta non c’è nessun punto di vista, solo la notizia. Non voglio fare la fine di quelli che soffrono di ansia da pubblicazione e che mettono qualsiasi roba pur di riempire i vuoti: la fine peggiore per un blogger.E poi è anche vero che in giro è pieno di siti che scrivono tanto ma nulla dicono.

Allora eccoli qui i cinque post più letti. Tra un tortello e un’insalata di rinforzo, vale la pena rileggerli. Auguri a tutti.

5° – Gli UFO esistono. Perché non ce lo hanno detto prima?

Uno degli argomenti più affascinanti e forse una delle più misterisoe tra le grandi domande: siamo soli in questo universo o no? Poi, vista la mole di informazioni che si trova in rete e la quantità di persone che fanno ricerche sugli UFO, non è per nulla facile fare ordine. Tra bufale, storie inventate, fake, documenti segreti, documenti falsi, paura di sembrare ridicoli…insomma, non so voi ma io ci credo agli extraterrestri. Ci ho messo tanto a scriverlo, settimane credo. No ero affatto convinta di riuscire a produrre qualcosa di convincente. Poi ho pensato che non dovevo convincere la gente con il mio articolo, ma solamente elencare una serie di ragioni che hanno portato anche me a non avere troppi dubbi. Sono riuscita, tramite un caro amico appassionato di ufologia, a incontrare un pilota militare italiano che sotto anonimato mi ha raccontato la sua esperienza con gli UFO. Intervista molto interessante.

4° – Sapete cos’è una Cubomedusa?

Questo post è frutto dei vari documentari che mi sono guardata con i miei bambini. Eccola qui, la Chironex fleckeri: una medusa in grado di uccidere un uomo nel giro di due minutiMicidiale animaletto, questo. A detta di mio figlio piccolo tutti quanti lo dovevano sapere. “Mamma, scrivi qualcosa!! Devi dire a tutto il mondo quanto pericolosa è questa medusa”. E così ci siamo messi a quattro mani a sviscerare un argomento che andrebbe arricchito di molti particolari e foto. Ma purtroppo se scrivi post troppo lunghi non ti legge più nessuno. E in questo caso la difficoltà maggiore è stata scegliere (e non sceglievo io) cosa scrivere e cosa no. Avete presente no, “mamma, scrivi anche questo, metti quella descrizione, quelle foto, raccontiamo anche dello scorpione e del mamba nero?…Mi sono divertita moltissimo.

3° – Brasile, Mondiali 2014: il “reporter” danese che abbandona il campo;

Il 2014 è stato un anno importante per il Brasile. Le proteste di Rio e Sao Paulo hanno portato in piazza milioni di brasiliani (fenomeno peraltro nuovo nel Paese); poi ci sono stati i Mondiali di calcio e le elezioni presidenziali. Infatti, tra le parole più cercate su Google nel 2014 c’è “mondiali di calcio”. Tuttavia le informazioni che leggevo in questi mesi erano spesso incomplete e inesatte. In Brasile ci sono nata e ho vissuto a Sao Paulo fino ai diciannove anni. Tanti amici vivono ancora lì, e grazie anche a loro (alcuni sono giornalisti e blogger) riesco a “leggere” il paese fuori dal coro. Questo post è un esempio chiaro di come l’informazione facilmente si deformi e arrivi (almeno, qui da noi) distorta. Il caso di questo finto reporter è emblematico: quasi tutti abboccano. Tranelli dell’informazione fotocopia. Mai, mai e mai dare per scontate le notizie. In rete ce n’è di ogni e il rischio di fare figuracce è sempre alto.

2° –  Shezow, l’eroe mascherato da donna diventato transessuale;

Mi sono imbattuta in Shezow quasi per caso. Lo titolavano proprio come se fosse una minaccia per la società: “SheZow, il nuovo supereroe transessuale per bambini”. Un titolo che fa una gola tremenda a chi, come me, è sempre a caccia di controstorie. Poi diciamocelo, se metti parole come “sesso”, “gnocche”, transessuale”, “pedofilia” o “droghe”, stai sicuro che la gente ci si fionda. Il gusto del perverso imperversa sempre. Comunque non ho potuto resistere nemmeno io e mi sono guardata qualche puntata di Shezow. La serie doveva ancora sbarcare in Italia e il tamtam in rete era discreto. Personalmente ho sempre amato i cartoni dove c’è del trasformismo. Shezow , se vogliamo, rappresenta una novità: il personaggio, un ragazzino dodicenne fissato con le differenze tra maschile e femminile, ritrova un anello magico che lo trasforma in un supereroe femmina tutto di rosa vestito. Esilarante. Curioso poi il contrasto qui da noi. Abbiamo una Scuola che ancora non ha introdotto l’educazione sessuale per i ragazzini e bolliamo come diseducativo un cartone che, in fondo, sfata parecchi luoghi comuni. L’esperimento in casa mia è andato bene: Shezow è arrivato anche da noi e devo dire che i ragazzi si divertono parecchio con quel cartone. E non mi sembra che la loro sessualità si stia confondendo, come sostenevano i puritani americani.

And the winner is:

1° – Violetta, che insegna alle piccole come scegliere tra due amori. Uccidendo l’anticonformismo.

Violetta, un grazie speciale. Questo post  è sempre stato il più letto di tutti. In verità non mi aspettavo tanta popolarità, e soprattutto non immaginavo che le bambine potessero essere così “interattive” nella ricerca in rete. Evidentemente ho sottovalutato alcuni aspetti del fenomeno Violetta. Tante mamme mi hanno scritto per ringraziarmi, per dirmi quanto condividevano le mie idee, e come fosse difficile sviare l’attenzione delle loro figlie verso qualcosa di meno raccapricciante. Per contro, tante bambine mi hanno scritto per insultarmi e per dirmi quanto io non capisca “nulla di nulla” (ma chi lascia i dispositivi in mano a ragazzine così piccole??). Perché l’ho scritto? Per due motivi: il primo è il motivo per cui scrivo la maggior parte dei post: per comprendere un fenomeno che mi riguarda da vicino o che mi interessa. In questo caso interessava a mia figlia, o meglio, alla maggior parte delle femmine della sua età.  Anche se alla fine non se lo è mai filato. Mi sono immersa nel mondo delle V-Lovers  un pomeriggio intero e alla fine non ho trovato nulla da salvare. Pessima lei, troppo truccata, troppo leziosa e fintamente impegnata. Secondo me l’assunzione di Violetta in tenera età causa una precocizzazione malsana.  E dunque il mio antidoto è Mercoledì Adams; il successo di questo post lo devo in parte a loro: gli Adams. Un modello di famiglia, il loro,che purtroppo è caduto in disgrazia, fagocitato da una serie di falsi – e decisamente più colorati- miti.

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