Sgrunt, Boom, Gnam, Crash, Pow, Slurp, Chomp

Ciao. Non potevo esimermi dal commentare i nuovi tasti di Facebook. Eh no.  E non me ne vogliate se bypasso il piccolo neologista Matteo ed il suo “petaloso”. Sui social è già sfilato di tutto e di più. Tant’è che il fiore, ormai, si è “spetalato”. Ma torniamo ai nuovi tasti di Zuchy. Si chiamano Reactions, lo sapete già. C’è il cuore, c’è la faccetta col sorriso beffardo, c’è quello stupito, quello che piange e c’è l’incazzato. Le cose da dire non sono poi tante. La prima, che salta all’occhio (almeno, al mio di occhio), è che sono davvero brutte. Tutte quante. Anzi, sono orrende. Santi emoji,  se proprio dovevano inserire una novità di portata mondiale, perchè scegliere delle facce così obsolete? Che sanno di vecchio, di antico. Insomma, sembrano uscite dagli anni ’80. A parte il cuore che è un cuore e basta. Ma anche su quello si poteva fare di meglio. Con tutti quei cervelloni del marketing, dico. 

Andiamo avanti. Le “Reactions”, per chi non riuscisse a capire cosa esprimono, hanno le didascalie: “Love, Haha, Wow, Sigh o Grr”. Non fanno una piega. E infatti molti giornali titolano così: “Reactions: così Facebook semplifica i nostri stati d’animo con i disegnini”. Sì, però a me complica tutto. Ad esempio no, se qualcuno scrive una boiata su FB, chessò, che pure Renzi è diventato vegano,  e io pigio l’onomatopeico “Grrr”. Cosa penseranno? Che ce l’ho con Renzi perché è diventato vegano o che ce l’ho con l’autore del post perché ritengo che scriva stronzate?  E poi, quel sorrisetto “Haha”, che sa più di “Hehe”con la faccina che somiglia a un Manga, non calza proprio una risata felice. Sembra un riso di scherno, quello. Per non parlare, poi, del tempo che impiegheremo a scandagliare l’elenco di chi ha cliccato cosa. Un gran macello. E si apriranno quesiti nuovi ed equivoci imbarazzanti.

Son dubbi, questi, che mi attanagliano l’esistenza da ieri. Insomma, non mi ci trovo. Capisco che non ha senso alzare un pollice quando qualcuno scrive che gli è morto il gatto. E che, con i tempi che corrono, bisogna condensare le reazioni in un solo gesto; sì, perché prima di questa “rivoluzione”, dovevamo inserire un’alternativa al pollice in sù. E questo costava molta, molta fatica. Scrivere, mettere in fila tre parole per esprimere uno stralcio di argomentazione.

Mah, sarebbe stato politicamente scorretto, ma più semplice, avere a disposizione il pollice verso. Come nelle arene dei gladiatori: pollice in sù….pollice in giù. In fondo, FB altro non è che una grande arena. Che poi, concludo con una ovvietà, la rapidità e la declinazione emotiva servono alla profilatura; servono agli inserzionisti, che da oggi in poi avranno una utenza più segmentata. Io rimango in attesa, speranzosa, del tasto dito medio.

immagine copertina Calvin e Hobbes

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