La demenza digitale dei sudcoreani

In Corea del Sud ci abitano 50 milioni di persone, mille più, cento meno. Di queste cinquanta milioni, oltre l’80% possiede uno smartphone (quasi il 90 per cento se si considerano solo i giovani a partire dai 6 anni).  Questa moltitudine di coreani iperconnessi trascorre in media 4 ore al giorno a chattare, navigare o fare giochini lobotomizzanti.

Tant’è che nella popolazione sudcoreana è ormai conclamata una dilagante dipendenza dai dispositivi; si parla addirittura di demenza digitale.  Insomma, tutti stressed out.  Il problema più grave riguarda la dipendenza da giochi elettronici. I tornei fra professionisti di videogames vengono trasmetti in diretta tv e raggiungono picchi di ascolto simili a quelli di una finale di Champions League in Europa.

Le autorità di Seoul sono un tantino preoccupate per il rischio di collasso psico-emotivo di massa. Per darvi un’idea del grado di rincoglionimento della popolazione, il governo, al fianco della polizia nazionale, ha sviluppato un progetto pilota per i pedoni che camminano con lo sguardo fisso sullo smartphone. Si tratta di segnali stradali digitali: (uno di divieto e l’altro di pericolo) che mettono in guardia i cittadini dai pericoli in cui incorrono quando camminano usando il telefono:

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Allora,  col fine di promuovere una vita libera da stress e sovraccarico di informazioni, decidono di promuovere una gara di rilassamento . Un evento lanciato nel 2014 dall’artista WoopsYang , lo “Space Out Competition” e ammette solo una sessantina di partecipanti tra circa 2000 volontari che si presentano alle selezioni. E in cosa consiste la gara? Nel fare nulla. Devono stare seduti per 90 minuti senza mangiare, parlare, dormire e soprattutto usare dispositivi elettronici. Non possono nemmeno guardare l’orologio. Le loro frequenze cardiache sono controllate da sensori e chi possiede quella più stabile e coerente viene eletto campione.

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Quest’anno il vincitore è stato un rapper, Shin Hyo-Seob, il cui pseudonimo è Crush. Dice Crush: ““Ero così esausto fisicamente e mentalmente durante la preparazione del mio nuovo album che volevo solo rilassarmi per un po’. Questo evento è altamente raccomandato per coloro che hanno emicranie o pensieri complicati”. Evabè.

E’ incredibile come gli orientali in genere riescano a sostituire la socializzazione con lo “stare in mezzo”. Trasformando, in questo caso, anche il rilassamento in un evento da condividere. Ma io so a cosa state pensando. E vi dico una cosa. Sono giorni che vado al mare. In spiaggia, per la precisione. Ci sono i lettini, gli ombrelloni, il bar, e durante la settimana quasi nessuno in giro. Per ora. C’è, insomma, tutto quello che serve per ritagliarsi momenti di grande relax. Se mi guardo intorno, vedo una bella fetta di bagnanti che smanetta sul proprio smartphone. Me compresa, per carità.

Tuttavia voglio essere ottimista. Voglio pensare che un evento simile non possa mai attecchire qui da noi. Perché fondamentalmente è una stronzata galattica. Ma se consideriamo che in Corea del Sud la velocità media di connessione è di 20,5 megabit – mentre noi siamo fermi a 5,4 mega – non sarà che, più che una profonda differenza socioculturale tra noi e loro, per ora c’è solo il gap tecnologico a tenerci alla larga dal rischio di demenza digitale?

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