Inauguro questo 2015 con una riflessione libera, poco costruita, un po’ giocosa. Forse buttata lì a caso, nata random dopo giorni di bombardamento mediatico sul tema della libertà di espressione. La libertà d’espressione è affare serio, riguarda tutti noi. Perché l’elenco di situazioni riportato qui sotto si ripete ogni giorno, ora più, ora meno, sui nostri mezzi di comunicazione stampa.
– non farti licenziare solo perché hai deciso – in maniera del tutto rispettosa – di non seguire la linea editoriale;
– non utilizzare la frase “ma lo sai con chi stai parlando?” durante una riunione di redazione;
– se scoprite che l’inchiesta che sta per uscire riguarda proprio l’amico della Proprietà, pubblicala lo stesso (se non te la passano fallo nel blog sotto pseudonimo*);
– non farti licenziare solo perché il tuo articolo “offende” con amare verità l’uomo di finanza;
– non mentire solo perché lavori in un giornale schierato;
– non accettare che il tuo pezzo sia modificato al punto tale da dover cambiare la firma;
– non subire e non accettare previa censura;
– leggi gli altri e fai decantare;
– non farti espellere solo perché l’analisi economica va verso orizzonti opposti a quelli voluti dal governo per il quieto vivere;
– non creare un falso account solo per commentare il pezzo di un collega;
– non farti monitorare e giudicare sui social network dalla tua testata (e da chicchessia);
– non perdere l’occasione di esprimere dissenso solamente perché sei negro o negra;
– non subire o farti condizionare dall’ ignoranza e dai preconcetti solamente perché sei musulmano;
* se dovessi mai riscontrare una o più situazioni simili nella tua redazione, come ultima spiaggia fonda un blog sotto pseudonimo (oppure invia tutto a Contronotizia!) e spara sul bersaglio.
buon inizio.