Zazie nel metro’

 

 

Qualche settimana fa sono inciampata su Zazie nel metro’. Stava su una pila di libri accatastati a terra, in una libreria che vende tutto scontato, nel centro di Milano. Quella piccola bambina in copertina mi ricordava un’altra piccola bambina italo-giapponese che conosco (e che mi sta particolarmente simpatica). E poi quel titolo sapeva un po’ di brioche e un po’ di Amelie.

Caspita, non me l’aspettavo così, il libro, davvero curioso. Ne avevo sentito parlare da qualche amico-lettore più radical chic, ma mai qualcuno che avesse usato l’aggettivo più consono (secondo me): SURREALE.

Zazie nel metro (titolo originale Zazie dans le métro) è un romanzo di Raymond Queneau pubblicato nel 1959. Zazie è una ragazzina un pò ribelle, un pò sboccata, un po’ così e un po’ cosa’. Arriva nella Parigi degli anni ’50 dalla provincia, ospite dello zio Gabriel, di professione “ballerina di varietà”. Il suo sogno è vedere il metró ma uno sciopero glielo impedisce. Fugge di casa e se ne va a zonzo per le strade della città, dove incontra bizzarri personaggi.

– Zazie… se davvero ti va di vedere gli Invalides e la tomba vera del vero Napoleone, ti ci porto.

– Napoleone ‘ste palle. Quel pallone gonfiato col cappello da fesso non mi interessa.

– Cosa ti interessa, allora?

– Il metró.”

E poi c’è il linguaggio di Queneau, dotato di un arsenale notevole di parole inventate con cui l’autore gioca creando così una forma colloquiale comica, folle, poco scontata e distante dall’ufficialità della lingua.

 

Einaudi

 

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