Ricordo l’odore della terra arida. E un ballo sotto la pioggia.

Ricordo l’odore della terra arida. A quell’epoca avevamo un allevamento di bestiame. E piantavamo anche mais, caffè e riso. La terra aveva un colore rossastro, dicevano che era fertile. Ma la siccità colpiva a tradimento in quella regione del Brasile. Arrivava all’improvviso e si portava via la pioggia per mesi. Neanche una goccia, mai. Ogni giorno scrutavamo l’orizzonte alla ricerca di colori diversi o di nuvole dense. Gli occhi strizzavano lo sguardo in due piccole fessure. Ma niente.

Io avevo quindici anni. Vivevo le ansie della gente che coltivava la terra in modo quasi struggente. Pensavo al suolo, alle piante, alle bestie che non avevano da bere. Ogni pomeriggio camminavo con mio padre. Avevo un cappello in testa, calzoncini corti e stivali alti. I serpenti erano ovunque perché venivano a riscaldarsi il corpo sulla terra rovente. Era rischioso girare con le caviglie scoperte.

Camminavamo per i campi all’imbrunire perché prima faceva troppo caldo. Il mais era più alto di me, e a passeggiare tra i filari sentivo crepitare le zolle di terra sotto i piedi. Mi piaceva romperle con gli stivali in tanti piccoli pezzi. Sprigionavano quell’inconfondibile profumo di fango polveroso e secco. Ogni sera tornavamo a casa con la speranza che il giorno seguente qualcosa potesse succedere.

E un giorno qualcosa accadde. Il ronzio delle mosche cessò e le foglie sui campi si rincorsero in vortici, come in una danza. I cavalli si agitarono dando testate ai pali della staccionata. Tutto si mosse. La calura che aveva per mesi reso immobile la natura si allentò e in pochi minuti l’aria portò un profumo di zolfo. All’orizzonte salì una marea di piombo. Il cielo si caricò di quel colore e poi, rompendo gli argini della volta celeste, precipitò con una furia liberatoria tutta l’acqua che poteva contenere.

Io mi ricordo quel giorno perché ci salirono le lacrime agl’occhi. Era uno dei giorni più felici della mia vita. Ballavamo sotto la pioggia. Io e mio fratello. Tenevo la bocca spalancata al cielo, le braccia aperte e ridevo. Ridevo tanto.

Il 30 giugno 2013, in Pakistan, due sorelle e la loro madre sono state uccise per un ballo sotto la pioggia. Un ballo considerato «lesivo dell’onore». Cinque uomini armati a viso coperto le hanno uccise brutalmente con una raffica di proiettili. Le due ragazzine avevano 15 e 16 anni. E ballavano come ho ballato io sotto la pioggia. Tenevano la bocca spalancata al cielo, le braccia aperte e ridevano. Ridevano tanto.

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il fermo immagine del video fatto con un cellulare che le mostrava ballare sotto l’acqua nel prato di casa.

 

2 Risposte a “Ricordo l’odore della terra arida. E un ballo sotto la pioggia.”

  1. Cazzo non riuscivo a leggere le ultime righe a causa degli occhi pieni di lacrimoni … mi sono commosso!

  2. Una fedele descrizione di comé il drama della siccitá al nordest del Brasile e la gioia vissuta per l’arrivo della tanto aspetatta pioggia! Infatti, sono due i drami: il brasiliano ed il pakistanese, senzaltro molto piú atroce ( non ho capito se anche in Pakistan cé siccità giá che le ragazzine erano contente per la pioggia).
    Grazie per condividere questa esperienza con noi Consuelo!

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